Sono umbra di nascita ma biellese di adozione. Vivo infatti nella zona da quando avevo cinque anni, dal momento in cui mio padre, nel 1969, si trasferì con tutta la famiglia da Perugia a Biella. “La via verso sud” è il mio primo romanzo, al quale spero di poter dare presto un seguito, pubblicato in selfpublishing. Nato per gioco è stato il coronamento di una attività di
scrittura condotta senza impegno per più di quarant’anni, fino al covid. Come mai il genere fantasy? È accaduto per caso: la richiesta di scrivere un breve testo durante un gioco di squadra si è trasformata nella necessità di far continuare a vivere i personaggi che con il racconto avevano preso vita. Come rondinini che, con i becchi spalancati, chiedono alla madre di essere nutriti per poter crescere e spiccare il volo, i personaggi mi chiedevano di dar loro spazio e vita per poter narrarmi la loro storia e prendere consistenza. È così che è nato questo libro: ascoltando le loro voci raccontarmi, pagina dopo pagina, gli avvenimenti. Ascoltandoli e trascrivendoli ho vissuto bellissimi momenti, mi sono state donate perle di saggezza, di speranza e di amore che ho voluto condividere, con i lettori. Durante il tempo in cui non scrivo lavoro come psicologa presso il mio studio e in una associazione.

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La via verso Sud

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